L'Enciclopedia dei Mostri: AB, CDE, FG, HIJKL, MNO, PQRS, TUVWXYZ
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I MOSTRI DALLA A ALLA Z: 
Scilla e Cariddi

Scilla e Cariddi i mostri marini della mitologia greca
Nella mitologia greca Scilla e Cariddi sono due mostri marini che abitavano due caverne ai lati dello stretto di Messina, rispettivamente verso la Calabria e verso la Sicilia. Erano la personificazione dei terrificanti vortici marini che in quel tratto, scoglioso, dovevano a quei tempi costituire un serio pericolo per la navigazione.
Così i mostri facevano naufragare le imbarcazioni e divoravano i marinai. Secondo il mito Scilla era un tempo una ninfa stupenda di cui si era innamorato Glauco. Questi chiese a Circe di dare alla ninfa un filtro d'amore, ma la maga le fece invece bere una pozione che la trasformò in terribile mostro.
Cariddi era invece la personificazione dei vortici del mare.

(AZ)


Letture: dall'Odissea
libro XII, trad. di Rosa Calzecchi Onesti

85 Là dentro Scilla vive, orrendamente latrando:
  la voce è come quella di cagna neonata,
  ma essa è mostro pauroso, nessuno
  potrebbe aver gioia a vederla, nemmeno un dio, se l'incontra.
  I piedi son dodici, tutti invisibili:
90 e sei colli ha, lunghissimi: e su ciascuno una testa
  da fare spavento; in bocca su tre file i denti,
  fitti e serrati, pieni di nera morte.
  Per metà nella grotta profonda è nascosta,
  ma spinge le teste fuori dal baratro orribile,
95 e lì pesca, e lo scoglio intorno intorno frugando
  delfini e cani di mare e a volte anche mostri più grandi
  afferra, di quelli che a mille nutre l'urlante Anfitrìte.

(...)

  L'altro scoglio, più basso tu lo vedrai, Odisseo,
  vicini uno all'altro, dall'uno potresti colpir l'altro di freccia.
  Su questo c'è un fico grande, ricco di foglie:
  e sotto Cariddi gloriosa l'acqua livida assorbe.
105 Tre volte al giorno la vomita e tre la riassorbe
  paurosamente. Ah che tu non sia là quando assorbe!

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