Incrocio mitologico di gallo e cavallo |
![]() Affidati dapprima alla tradizione orale, i miti non tardavano a moltiplicarsi, alterati e trasformati da omonimie, da erronee interpretazioni e da contaminazioni che, oggi, non siamo più in grado di ricostruire. I Romani e le stirpi italiche in genere, al contrario, percepivano le loro divinità come espressioni delle forze della natura e non svilupparono una mitologia originale. Soltanto successivamente, dopo essere entrati in rapporto con la cultura greca che assorbirono e assimilarono, conobbero i loro racconti mitologici, li adattarono alle divinità nazionali e se ne appropriarono riferendosi ad essi ogni qualvolta la cosa fu possibile. La mitologia greca e quella romana costituiscono oggi la "mitologia classica" che ci è stata tramandata principalmente attraverso i poemi di Omero, Esiodo, Virgilio, Orazio, Ovidio e altri. Questa tradizione è sopravvissuta sino ai nostri giorni e si ritrova anche nella letteratura successiva, basti pensare alla Divina Commedia di Dante. Ovviamente, nella mitologia classica non poteva che proliferare ogni sorta di mostri, incroci innaturali, demoni e altre strane creature. (MdR) |
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