| Raffigurazione di un Cinocefalo |
Letteralmente uomini "con la testa di cane", sono una popolazione mostruosa che abitava le lontane terre d'oriente, citata in epoca antica da Megastene e da
Plinio. A volte sono descritti come selvaggi che abbaiano invece di parlare. Figure simili si ritrovano frequentemente anche nella mitologia e nella religione: la divinità
egizia Anubi, per esempio, era rappresentata con la testa di cane o di sciacallo; analoghe erano le raffigurazioni cristiane di S. Cristoforo. Se nell'iconografia sacra e mitica prevale un valore positivo e il cane rappresenta la forza e la virtù dell'animale che si aggiungono a quelle umane, nel mito mostruoso sono le componenti bestiali e selvagge a prevalere. (AZ) Letture: Ariosto, dall'Orlando Furioso, canto VI Poco allontanato dal mare, con l'ippogrifo a mano, [Ruggiero] vede la città di Alcina. Le mura sembrano toccare il cielo, fatte di oro; se è tale; e lì presso lascia Ruggiero l'ampia strada verso le porte, e volta a destra verso il monte; ma è impedita dalla grossa turba annunziatagli da Astolfo, esseri mostruosi e immondi, facinorosi e dissoluti; ebbro adiposo il capitano; un cinocefalo abbaia contro... 64. Un ch'avea umana forma i piedi e 'l ventre, E collo avea di cane, orecchie e testa, Contra Ruggiero abaia, acciò ch'egli entre Ne la bella città ch'a dietro resta. Rispose il cavallier: "Nol farò, mentre Avrà forza la man di regger questa!" E gli mostra la spada, di cui volta Avea l'aguzza punta alla sua volta. 65. Quel monstro lui ferir vuol d'una lancia, Ma Ruggier presto se gli aventa addosso: Una stoccata gli trasse alla pancia, E la fe' un palmo riuscir pel dosso. Lo scudo imbraccia, e qua e là si lancia, Ma l'inimico stuolo è troppo grosso: L'un quinci il punge, e l'altro quindi afferra: Egli s'arrosta, e fa lor aspra guerra. 66. L'un sin a' denti, e l'altro sin al petto Partendo va di quella iniqua razza; |
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