L'Enciclopedia dei Mostri: AB, CDE, FG, HIJKL, MNO, PQRS, TUVWXYZ
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LA STORIA DE MOSTRI, DAL MITO ALLA SCIENZA: 
Buffon: i mostri sono naturali

G. L. Leclerc conte di Buffon
Le posizioni di Maupertuis sono le stesse che in quegli anni assume anche il ben più noto naturalista Buffon, considerato uno dei più grandi e autorevoli scienziati del secolo, autore di una monumentale Storia Naturale di 36 volumi. Il suo presupposto filosofico è che la natura è qualcosa di dinamico, in cui tutto nasce, scorre e cambia. La scienza deve trovare le leggi del cambiamento, deve spiegare l'origine delle cose: così nascono le sue spiegazione della nascita del sistema solare, di un abbozzo della teoria della deriva dei continenti, dell'origine della vita, sia per quanto riguarda l'embriologia di ogni individuo, sia per l'origine delle specie. 

Il modello creazionista di una natura statica comincia perciò a scricchiolare davanti alla mole dei nuovi fatti. La vita diventa un fenomeno naturale, di conseguenza anche i mostri lo sono: la natura è tutto un brulicare di generazioni spontanea, di particelle organiche che si organizzano. Spesso, tuttavia, non hanno la forza o il materiale sufficiente per portare a compimento un essere perfetto.

(AZ)

Letture: L'organizzazione delle molecole organiche di Buffon

"Nella Storia dell'Antica Accademia delle Scienze (Tom II. p. 91) si trova un'osservazione in tal proposito. Il Sig. Theroud Cerusico in Parigi, fece vedere all'Accademia una massa informe, ch'egli avea trovata nel testicolo destro d'una fanciulla di diciott'anni: vi si notarono due fessure aperte e guarnite di pelo, come due palpebre: al di sopra di esse, eravi una specie di fronte con una linea nera in luogo di sopracciglio: immediatamente più sopra eravi parecchi capelli raccolti in due mazzetti, l'uno de' quali della lunghezza di sette pollici, e l'altro di tre: al di sotto dell'angolo grande dell'occhio, uscivano due denti mascellari, duri, grossi, e bianchi colle loro gengive aventi tre linee in circa di lunghezza, e discosti l'una dall'altra lo spazio di una: un terzo più grosso degli altri due usciva al di sotto di essi: se ne vedevano ancora degli altri differentemente tra loro discosti, e da que' due di sopra accennati; un pajo tra gli altri della natura de' canini, usciva da un'apertura collocata quasi vicino ov'è l'orecchio. Nello stesso volume (pag. 244) vien riferito che M. Méry, trovò nel testicolo d'una femmina che s'era postemato un osso della mascella superiore con molti denti così perfetti, ch'alcuni parvero avere più di dieci anni [...]. Si leggon pure nelle Transazioni filosofiche, alcune osservazioni sopra de' testicoli di femmina, ne' quali si son trovati dei denti, de' capelli, e dell'ossa. Se tutti questi fatti son veri, non si possono spiegare, che come noi abbiam fatto [...]. Non è impossibile, che il liquor seminale della femmina giunga talora a produr da solo delle masse organizzate, come mole, vesciche ripiene di capelli, d'ossa, di carne, e perché, se si vuol prestar fede a tutte le osservazioni degli anatomici, si passerò anche a credere, che si possan formare de' feti ne' testicoli degli uomini egualmente, che in que' della donna, poichè nel secondo tomo della Storia dell'antica Accademia (pag. 298) vien registrata l'osservazione d'un Chirurgo, che dice d'aver trovato nello scroto d'un uomo una massa della figura d'un bambino rinchiuso nelle membrane: vi si distinguevano il capo, i piedi, gli occhi, dell'ossa, e delle cartilagini".

(G. L. Leclerc, Conte di Buffon, Storia Naturale, tomo IV, capitolo X: "della formazione del Feto")

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