| Einstein: un "mostro" di intelligenza |
E' nell'ambivalenza del significato letterale e originario, che si può trovare la chiave per comprendere a pieno tutte le sfaccettature e le accezioni del
termine "mostro". Anche se nell'accezione moderna prevale una connotazione negativa, in modo più profondo, l'ambivalenza originaria
dell'etimologia, ritorna in molte occasioni: talvolta la presenza di qualcosa di prodigioso e portentoso ha una valenza positiva, sottintende un sentimento di ammirazione. "Quell'uomo è un mostro" può infatti essere usato anche nel senso di: "E' un genio nel suo campo" (un mostro di bravura). In questa accezione il mostro indica chi possiede determinate caratteristiche in sommo grado, sia nel bene che nel male: "mia suocera è un mostro" (un mostro di cattiveria).E' soltanto ironico questo uso positivo del termine? Non sembra. Qual è l'espressione più diffusa e istintiva per commentare l'esibizione di un bambino di pochi anni che suona al pianoforte un brano di Mozart come un professionista? "Quel bambino è un mostro!" . Ciò rileva da una parte un riconoscimento di bravura, dall'altra un certo sgomento dinanzi alla straordinarietà quasi innaturale dell'evento, che risulta nello stesso tempo perturbante e affascinante. Non per nulla esistono trasmissioni televisive specializzate in questo genere di spettacoli! (AZ) |
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