Nella concezione greca bello e buono erano un tutt'uno |
![]() Il kosmos esprimeva l'ordine dell'universo, bello e perfetto nello stesso tempo. Analogamente, l'idea del bello era inscindibilmente connessa con l'idea del buono: kalòs kagazòs (bello e buono) era un tutt'uno. In quest'ottica si spiega meglio la leggendaria consuetudine spartana di gettare dalla rupe i neonati imperfetti, consuetudine che si ritrova a dire il vero in molte società primitive, e che viene con diverse forme perpetuata anche in epoca romana, come testimonia - riprendendo Tito Livio - Julius Obsequens, nel Liber prodigiorum (IV secolo d.C.) in cui si racconta come i Romani bruciassero tra le fiamme mostri umani e animali, e annegassero gli individui ermafroditi. L'abitudine di uccidere subito dopo la nascita le creature deformi che non morivano spontaneamente, continuò del resto fino al XVII secolo. (AZ) |
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