L'Enciclopedia dei Mostri: AB, CDE, FG, HIJKL, MNO, PQRS, TUVWXYZ
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I MOSTRI NELL'ARTE FIGURATIVA: 
Dal Medioevo all'epoca moderna 

Un particolare di un dipinto di Bosch
Durante il medioevo gli elementi mostruosi e bizzarri trionfano. Da una parte c'è un ritorno all'antichità, ai temi eroici e mitici e alla tradizione mostruosa esotica dei testi greci. La tradizione cristiana che ha generato i mostri terribili che incutono il timor di Dio continua e si contamina con elementi allegorici e simbolici di derivazione islamica.
"Il Medioevo non rinuncerà mai al fantastico" scrive Jurgis Baltrusaitis (Il Medioevo fantastico, Adelphi 1993, p. 39), assistiamo alla "rinascita dei cicli dell'Inferno, delle creature deformi, degli esseri favolosi che si moltiplicano nei Bestiari, nei margini dei manoscritti o nella decorazione scultorea (...). Essi fanno rivivere allo stesso tempo le fonti che hanno sempre alimentato le fantasie e le leggende: l'Antichità classica e l'Oriente.
Tralasciate durante un certo periodo di tempo, le principali culle dei mostri della terra sono di nuovo utilizzate dall'Occidente, ma i prestiti non si fanno alle stesse condizioni. Il sostrato antico è conosciuto meglio. Vengono scoperti vasti repertori nuovi nella glittica e sulle monete
".

In campo artistico, i mostri del Medioevo e del Rinascimento rappresentano la celebrazione del prodigioso. 
E' un'accumulazione di temi leggende e figure in cui gli animali si scambiano gli organi. I mostri si ritrovano in modo costante nei bassorilievi delle cattedrali, delle miniature dell'Apocalisse, dei bestiari e delle cosmografie, delle stampe scherzose, delle raccolte di auguri e pronostici. I diversi paesi d'Europa li diffondono e se li scambiano.

Per quanto riguarda la pittura non si può fare a meno di citare le opere di Jérome Bosch, che straripano di bizzarrie, di ibridazioni e di caricature come i grilli che non sono né animali né utensili. Va poi segnalato il pittore fiammingo Pieter Bruegel il Vecchio, ammiratore di Bosch, che riprende i temi del "maestro" producendo scene bibliche, infernali, allegorie e personificazioni di proverbi, vizi e virtù con un stile favoloso e grottesco. Stile questo ripreso anche dal figlio, Pieter Bruegel il Giovane detto degli Inferi specializzato in scene infernali da cui gli deriva il soprannome. Tra le sue opere si possono menzionare per esempio l'Inferno con Plutone e l'Inferno con Beatrice e Dante, della Galleria degli Uffizi di Firenze, e la Scena infernale della Pinacoteca vaticana. 

A proposito dell'iconografia dei mostri bisogna infine ricordare una serie di opere dedicate e di bestiari, molto diffusi durante il '500 e il '600. Tra queste quelle più fortunate furono senza dubbio le raccolte di Fortunio Liceti e di Aldrovandi. L'iconografia, che illustra sia mostri mitologici, favolosi e improbabili, sia casi di malformazioni, è tutta improntata ai modelli classici. Le belle tavole che accompagnano le opere seguono per lo più criteri artistici più che realistici. Gli illustratori, infatti, spesso non avevano visto i soggetti che dipingevano ma partivano dalle descrizioni dei viaggiatori o degli studiosi riproponendo modelli classici. Anche quando avevano a disposizione degli esemplari, per esempio di feti mostruosi conservati li raffiguravano non in modo realistico ma immaginando in modo fantasioso come avrebbero potuto essere da adulti.
Questa abitudine, che durerà a lungo anche nei libri di storia naturale, non faceva che alimentare il fascino per il portentoso, anche se da un punto di vista scientifico generava confusioni, una per tutte quella dell'esistenza dell'unicorno (probabilmente si trattava del rinoceronte).

(AZ)

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