L'Enciclopedia dei Mostri: AB, CDE, FG, HIJKL, MNO, PQRS, TUVWXYZ
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I MOSTRI DALLA A ALLA Z: 
Argo 

Argo tutt'occhi fu trasformato in pavone
Argo, pronipote di un altro Argo, figlio di Niobe e Zeus, era un essere prodigioso che, a seconda delle fonti, viene descritto con un solo occhio, oppure con tre, con quattro o con un'infinità di occhi sparsi per tutto il corpo; era detto panoptes (tutt'occhi) e rappresentava un guardiano ideale. La dea Era, infatti, lo elesse guardiano di Io.
Il mito narra che Io fosse una sacerdotessa del tempio di Era ad Argo. Divenuta amante di Zeus, fu trasformata in vacca e affidata alla vigile custodia di Argo. Zeus, che voleva ricongiungersi con la sua amata, ordinò a Ermete (Mercurio) di uccidere il mostro.
Il dio riuscì nell'impresa grazie alla sua proverbiale furbizia, ma Argo, dopo la morte, fu reso immortale e trasformato da Era in pavone, uccello a lei sacro, e l'immagine dei suoi tanti occhi rimane ancora oggi effigiata sulla coda di questo uccello.
Fra le varie imprese compiute da questo personaggio si ricordano le uccisioni di vari mostri, fra i quali l'Echidna, un Satiro ladro di bestiame e un toro che devastava l'Arcadia.


La storia di Io e Argo si trova rappresentata sullo scudo di Turno, re dei Rutuli:

"...Lo scudo era d'acciajo, e d'oro intorno
Tutto commesso, e d'òr nel mezzo un'Io
Era scolpita, che già 'l manto e l'ceffo,
Le setole e le corna avea di bue;
Memorabil soggetto! Eravi appresso
Argo che la guardava...
" (Eneide, VII, 1199-1205).

Anche Dante cita Argo nella descrizione della Processione Mistica: 
i quattro animali che rappresentano i quattro Vangeli, infatti, hanno 
"... le penne piene d'occhi; e li occhi di Argo,
se fosser vivi, sarebber cotali...
" Dante (Pg. XXIX, 95).

(MdR)


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