L'Enciclopedia dei Mostri: AB, CDE, FG, HIJKL, MNO, PQRS, TUVWXYZ
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I MOSTRI DALLA A ALLA Z: 
Lucifero

Una raffigurazione del diavolo con corna e zampe beluine
Secondo la tradizione apocalittica, Lucifero, il cui nome significa portatore di luce, era il principe degli angeli che, dopo la sua ribellione a Dio, diviene il signore dei diavoli e viene relegato nell'inferno con gli altri ribelli. Nella Bibbia, tuttavia, non si trovano palesi riferimenti a questo fatto. Nel Medioevo e nella letteratura - in particolare in Milton - gli viene assegnato il ruolo di re dell'Inferno.

Nell'ultimo canto dell'Inferno dantesco si affaccia la visione più sconvolgente della Commedia. Lucifero, l'imperatore delle tenebre è talmente orribile a vedersi che persino il Sommo Poeta fatica a trovare le giuste parole per descriverlo. Emerge dal ghiaccio della Giudecca e appare infinitamente grande, anche confrontato ai colossali giganti del Cocito. Ha tre volti: sei occhi che piangono e tre bocche che serrano i corpi di Giuda, Bruto e Cassio maciullandoli. Le ali, simili a quelle del pipistrello, si muovono incessantemente e danno origine a tre venti che gelano il Cocito e i dannati. Dante e Virgilio salgono sull'immenso corpo del re degli Inferi per uscire alla luce delle stelle.

(LB)


Letture: dalla Divina Commedia di Dante, 
Inf, XXXIV: Lucifero


Com'io divenni allor gelato e fioco,
nol dimandar, lettor, ch'i' non lo scrivo,
24 però ch'ogne parlar sarebbe poco.
Io non mori' e non rimasi vivo;
pensa oggimai per te, s'hai fior d'ingegno,
27 qual io divenni, d'uno e d'altro privo.
Lo 'mperador del doloroso regno
da mezzo 'l petto uscia fuor de la ghiaccia;
30 e più con un gigante io mi convegno,
che i giganti non fan con le sue braccia;
vedi oggimai quant'esser dee quel tutto
33 ch'a così fatta parte si confaccia.
S'el fu sì bel com'elli è ora brutto,
e contra 'l suo fattore alzò le ciglia,
36 ben dee da lui procedere ogni lutto.
Oh quanto parve a me gran maraviglia
quand'io vidi tre facce a la sua testa!
39 L'una dinanzi, e quella era vermiglia;
l'altr' eran due, che s'aggiugnieno a questa
sovresso 'l mezzo di ciascuna spalla,
42 e sé giugnieno al loco de la cresta;
e la destra parea tra bianca e gialla;
la sinistra a vedere era tal, quali
45 vegnon di là onde 'l Nilo s'avvalla.
Sotto ciascuna uscivan due grand'ali,
quanto si convenia a tanto uccello:
48 vele di mar non vid'io mai cotali.
Non avean penne, ma di vispistrello
era lor modo; e quelle svolazzava,
51 sì che tre venti si movean da ello:
quindi Cocito tutto s'aggelava.
Con sei occhi piangëa, e per tre menti
54 gocciava 'l pianto e sanguinosa bava.
Da ogne bocca dirompea co' denti
un peccatore, a guisa di maciulla,
57 sì che tre ne facea così dolenti.

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