Una raffigurazione del diavolo con corna e zampe beluine |
![]() Nell'ultimo canto dell'Inferno dantesco si affaccia la visione più sconvolgente della Commedia. Lucifero, l'imperatore delle tenebre è talmente orribile a vedersi che persino il Sommo Poeta fatica a trovare le giuste parole per descriverlo. Emerge dal ghiaccio della Giudecca e appare infinitamente grande, anche confrontato ai colossali giganti del Cocito. Ha tre volti: sei occhi che piangono e tre bocche che serrano i corpi di Giuda, Bruto e Cassio maciullandoli. Le ali, simili a quelle del pipistrello, si muovono incessantemente e danno origine a tre venti che gelano il Cocito e i dannati. Dante e Virgilio salgono sull'immenso corpo del re degli Inferi per uscire alla luce delle stelle. (LB) Letture: dalla Divina Commedia di Dante, Inf, XXXIV: Lucifero Com'io divenni allor gelato e fioco, nol dimandar, lettor, ch'i' non lo scrivo, 24 però ch'ogne parlar sarebbe poco. Io non mori' e non rimasi vivo; pensa oggimai per te, s'hai fior d'ingegno, 27 qual io divenni, d'uno e d'altro privo. Lo 'mperador del doloroso regno da mezzo 'l petto uscia fuor de la ghiaccia; 30 e più con un gigante io mi convegno, che i giganti non fan con le sue braccia; vedi oggimai quant'esser dee quel tutto 33 ch'a così fatta parte si confaccia. S'el fu sì bel com'elli è ora brutto, e contra 'l suo fattore alzò le ciglia, 36 ben dee da lui procedere ogni lutto. Oh quanto parve a me gran maraviglia quand'io vidi tre facce a la sua testa! 39 L'una dinanzi, e quella era vermiglia; l'altr' eran due, che s'aggiugnieno a questa sovresso 'l mezzo di ciascuna spalla, 42 e sé giugnieno al loco de la cresta; e la destra parea tra bianca e gialla; la sinistra a vedere era tal, quali 45 vegnon di là onde 'l Nilo s'avvalla. Sotto ciascuna uscivan due grand'ali, quanto si convenia a tanto uccello: 48 vele di mar non vid'io mai cotali. Non avean penne, ma di vispistrello era lor modo; e quelle svolazzava, 51 sì che tre venti si movean da ello: quindi Cocito tutto s'aggelava. Con sei occhi piangëa, e per tre menti 54 gocciava 'l pianto e sanguinosa bava. Da ogne bocca dirompea co' denti un peccatore, a guisa di maciulla, 57 sì che tre ne facea così dolenti. |
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