Un fotomontaggio |
![]() Confronti: vedi lo Yeti e gli abominevoli uomini delle nevi (LB) Gli avvistamenti dello Sasquatch in America Nel 1924 il contadino Albert Ostman decise di passare una vacanza solitaria a Toba Inlet, di fronte all'isola di Vancouver. Ostman si accampò in una radura molto isolata, fuori dalle piste solitamente battute. Stando al suo racconto, una notte Ostman si risvegliò circondato da un intera famiglia di Bigfoot. I grossi mostri scimmieschi lo tennero con loro per circa sei giorni, dopodiché riuscì a scappare. Ostman, temendo di essere deriso, si decise a rivelare alla stampa la sua storia solo 33 anni dopo, ma alcuni antropologi la trovarono realistica. Nello stesso anno il minatore Fred Beck mentre stava lavorando nell'Ape Canyon, stato di Washington, si trovò faccia a faccia con un colossale gorilla: terrorizzato, istintivamente mise mano al fucile e sparò. A questo punto intervennero altri Bigfoot che assalirono Beck e i suoi compagni di lavoro. I minatori riuscirono ad evitare le scimmie furibonde chiudendosi in una capanna e restandovi per molte ore. Il giorno dopo, poco lontano vennero rinvenute grosse impronte di umanoidi. Un indizio tangibile dell'esistenza di Bigfoot è il film girato con una cinepresa da 16 millimetri da Roger Patterson e Renè Dahinden in una foresta della California settentrionale. Nel famoso fotogramma 352 la pellicola mostra una strana creatura pelosa, alta almeno un paio di metri, nell'atto di fuggire. Il cranio della creatura ha la forma conica tipica di quello di oranghi e gorilla. Gli appassionati delle vicende del Bigfoot individuarono nell'animale ripreso da Patterson e Dahinden un esemplare di sesso femminile e stimarono che pesasse più di due quintali. Altri parlarono subito di una mistificazione, dato che l'andatura del mostro era troppo simile a quella di un uomo. Nell'inverno di quell'anno il film fu proiettato ovunque in Canada e Stati Uniti. |
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