Un fotomontaggio |
![]() Lo Yeti è capace di camminare eretto, è alto più di due metri (secondo alcuni anche 4!) e ha tratti fisici affini al gorilla (che però non può certo vivere sull'Himalaya) e all'uomo. Le numerose impronte fotografate ne fanno un essere alto circa 2,40 m. bipede, col piede più simile a quello dei plantigradi che non delle scimmie e dei quadrumani, il che rimane misterioso. Se esistono realmente, pare che le creature affini allo Yeti siano gli Sasquatch, ominidi altissimi avvistati in America. Secondo la studiosa Odette Tchernine migliaia di anni fa alcune tribù di Yeti sarebbero migrate dall'Asia centrale spingendosi oltre lo stretto di Bering per giungere sulle Montagne Rocciose. Sasquatch è uno dei nomi indiani, tra gli anglosassoni questo primate è noto con lo scherzoso soprannome di Bigfoot:: grande piede o piedone, per via delle formidabili orme che lascia sulla neve. Creature di questo genere vivono anche in regioni calde del pianeta: è il caso di Mapinguari, che si nasconde nella foresta amazzonica, e di Kaki Besar, ominide della Malaysia alto circa due metri e mezzo che lascia impronte di quasi cinquanta centimetri. Nel 1995 le popolazioni locali rimasero talmente spaventate dalle apparizioni di due Kaki Besar che il governo avrebbe disposto l'intervento di polizia ed esercito nelle ricerche. Anche l'Italia, infine, potrebbe avere il suo Yeti. Nel 1986 nell'irpina Val di Lauro decine di testimoni giurarono di aver visto un enorme uomo peloso alto circa tre metri aggirarsi per le campagne. Nel corso di un sopralluogo la polizia scoprì impronte di dimensioni eccezionali, diverse da quelle di qualsiasi animale della zona. Lo scalpo dello Yeti Se avete la possibilità di visitare il tempio buddista di Pangboche, sull'Himalaya, chiedete di ammirare la prova concreta dell'esistenza dello Yeti: il misterioso scalpo di un Uomo delle Nevi. I monaci - che lo custodiscono da tre secoli - nel 1954 hanno concesso al giornalista inglese Ralph Izzard di fotografarlo e di farlo esaminare. I risultati delle analisi dissero che i peli dello scalpo non appartenevano ad alcuna creatura conosciuta. Un'altra reliquia simile è conservata nel monastero di Khumjung ma sono stati avanzati fondati sospetti che ne farebbero un falso clamoroso. Nel 1961 alcuni zoologi occidentali conclusero una lunga serie di giorni di osservazione stabilendo che lo scalpo di Khumjung apparteneva a qualche specie di capra asiatica. (LB) |
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