Alcune leggendarie popolazioni delle terre lontane |
Tra il V e il IV secolo a.C., Ctesia di Cnido, medico reale alla corte del re di Persia Artaserse, scrive una Storia dell'India, quasi interamente perduta. Il paese veniva descritto come la terra delle meraviglie; vi si ritrovavano le antiche credenze, da Omero in poi, e si ritrovavano le descrizioni di popoli mostruosi come i pigmei che combattevano contro le gru; gli sciapodi, che possedevano un unico grande piede che permetteva loro di ripararsi dai raggi del sole e di saltellare in modo molto agile; i cinocefali, uomini dalla testa di cane che abbaiano invece di parlare; e ancora giganti, uomini con la coda e via dicendo. Tra gli animali favolosi venivano annoverati la manticora (mostro con il volto umano, il corpo di leone e la coda di scorpione), l'unicorno e il grifone. Nonostante il rigore e la maggior precisione sul piano geografico di opere come la Storia dell'India di Megastene - quattro libri che risalgono al III secolo a.C. e di cui rimangono soltanto pochi frammenti - le credenze già riportate da Ctesia vengono riprese e riproposte attraverso le descrizioni dell'unicorno, dei serpenti con le ali di pipistrello o delle popolazioni mostruose di individui con i piedi rivolti verso la schiena (antipodi), oppure privi della bocca (astomi), delle narici e così via. Gli stessi temi si ritrovano nel I secolo a.C. nell'opera di Diodoro Siculo, erudito greco vissuto a Roma autore di una vasta Biblioteca in 40 volumi, con la storia di tutti i popoli sino al 59 a.C. (AZ) |
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