Il caratteristico castello diroccato in una notte di tempesta |
![]() Le apparizioni di mostri malvagi sono frequenti e sempre avvolte nelle nebbie del mistero. Tra quelli che si possono considerare i capostipiti della narrativa gotica ricordiamo Horace Walpole, con Il castello di Otranto del 1764, Matthew G. Lewis (Il monaco, 1796), Charles Brockden Brown (Wienland, 1798) e la grande Ann Ward Raddcliff, con Il mistero di Udolfo del 1794 e L'italiano del 1797. Tra le opere più celebri bisogna annoverare il capolavoro gotico-romantico Nostra signora di Parigi (1831) di Victor Hugo (1802-1885) che fa vivere nella cattedrale di Notre Dame il mostruoso Quasimodo. Non si può poi fare a meno di citare Mary Wollstonecraft Shelley (1797-1851), autrice del primo grande classico della letteratura horror: Frankenstein o il Prometeo Moderno (1818), intitolato semplicemente Frankenstein nella seconda e definitiva stesura del 1831. La lotta tra lo scienziato e il mostro da lui creato si può poi rintracciare con sorprendenti analogie anche ne Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde (1888), l'opera più famosa di Robert Louis Stevenson. L'irlandese Bram Stoker, invece, riprende la struttura tipica del romanzo gotico e pubblica il lavoro più riuscito del genere: Dracula, del 1897, ispirato al mito dei vampiri e al crudele tiranno medievale Vlad Tapes, o Vlad Dracul. Dracula rappresenta l'ultimo grande affresco gotico della narrativa. Sul finire dell'Ottocento la letteratura horror prende nuove strade e partorisce nuovi mostri dalle caratteristiche differenti. (LB) |
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