Si può andare a capo lasciando l’apostrofo da solo sull’ultima riga?

Meglio evitare di lasciare un apostrofo in fondo quando è necessario andare a capo.

Quando si va a capo, è sempre bene evitare di lasciare un apostrofo isolato a fine riga, es.

Sotto le rosse mura di Parigi era schierato l’
esercito di Francia.


Meglio trovare soluzioni graficamente più eleganti, per es.:

Sotto le rosse mura di Parigi era schierato
l’esercito di Francia.


oppure

Sotto le rosse mura di Parigi era schierato l’e-
sercito di Francia.

Anche eliminare l’elisione e aggiungere la vocale mancante prima di andare a capo, come si insegnava un tempo, è una soluzione da non utilizzare mai (è persino peggio di lasciare l’apostrofo a fine riga): es.

Sotto le rosse mura di Parigi era schierato lo
esercito di Francia.

Per approfondire il tema delle regole su come andare a capo correttamente → Divisione in sillabe.

Che differenza c’è tra apostrofo e accento?

L’apostrofo indica la caduta di una lettera (la azienda → l’azienda) e più raramente di un troncamento (poco → po’) e non va mai confuso con l’accento, che è un segno differente che si mette sulle vocali (“però”).

L’apostrofo (o elisione) indica che è avvenuta la caduta di una lettera per ragioni eufoniche (una amicaun’amica), mentre l’accento grafico è un segno che si pone sulle vocali; può essere grave o acuto, e talvolta ne indica anche la pronuncia aperta o chiusa (caffè, con la “e” aperta dell’accento grave, e perché, con la “e” chiusa dell’accento acuto).

Anche se si assomigliano, non bisogna confondere questi due segni: sono molto diversi.

Dunque non bisogna mai scrivere per es. e’ al posto di è con l’accento grave (o E’ per È) o se’ per con l’accento acuto, e poiché talvolta, solo di rado, l’elisione si pone anche per indicare che è avvenuto un troncamento, cioè la caduta di una sillaba finale di una parola, bisogna fare attenzione a scrivere po’ (= po-co) con l’apostrofo (e mai con l’accento).

Per saperne di più → Apostrofo e accento sono segni diversi da non confondere.

Si può scrivere “un’insegnante” con l’apostrofo?

Una insegnante si può apostrofare, un insegnante no.

Si può scrivere se si tratta di una insegnante, che si può apostrofare.

Nel caso del maschile si scrive un insegnante, perché gli articoli indeterminativi maschili sono due:
un si usa davanti alle parole che iniziano con vocale, è già una forma tronca che non ha bisogno dell’apostrofo;
uno si usa davanti alle parole in consonante (a parte quelle che iniziano per s impura, gn, ps, pn, x e z).

Dunque una si può apostrofare (un’insegnante donna), mentre uno non si apostrofa mai! Al suo posto, davanti a vocale, si usa un (un insegnante uomo).

Per approfondire le regole dell’apostrofo in questi casi → Uno, un e una: gli articoli indeterminativi e quando si apostrofano.

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