Molte grammatiche classificano i verbi in 3 coniugazioni, ma altre preferiscono un criterio più pratico basato su 4 coniugazioni: i verbi in -are, -ere, -ire e tutti gli altri come trarre, porre e condurre.
Il modo di classificare i verbi in tre coniugazioni – quelli che terminano in are, ere e ire – è un criterio molto diffuso, ma non è il solo. Le coniugazioni non esistono “in natura”, sono solo delle categorie utili per suddividere ogni verbo in insiemi comodi per l’apprendimento. Questo modello considera i verbi che terminano in altro modo, per es. porre, trarre o condurre, come eccezioni che rientrano nella seconda coniugazione (derivano dal latino ponere, trahere e conducere e si comportano maggiormente come verbi della seconda), così come il verbo fare (che deriva da facere e ne segue meglio la coniugazione).
Ci sono però anche grammatiche che preferiscono usare un altro criterio più pratico basato su quattro coniugazioni che seguono esattamente le desinenze, dunque: i verbi in are, ere, ire e tutti gli altri come por-re, trar-re o tradur-re (quarta coniugazione) che hanno una diversa desinenza (è un criterio più semplice e pratico). In questo modello il verbo fare appartiene alla prima coniugazione (anche se si comporta irregolarmente).
Qualunque criterio si adotti, l’importante è coniugare i verbi in modo corretto.
Per saperne di più → Le coniugazioni dei verbi sono 3 oppure 4.