Un'antica stampa |
![]() Tra gli animali mostruosi più ricorrenti bisogna ricordare il Drago, il Grifone, la Sirena, la Fenice, l'Unicorno. Tutti questi sono simboli allegorici: gli animali alati, per esempio, sono per lo più simboli della natura volatile del mercurio filosofico, mentre quelli di terra rappresentano la statica dello zolfo. Alla tradizione alchemica si può poi far risalire il mito dell'homunculus, e cioè della creazione in vitro di un essere vivente attraverso formule magiche. Questo mito ha forti analogie, almeno negli intenti, con quello del Golem, dello zombie, dell'automa e di Frankenstein. Sembra che il primo a parlarne sia stato il celebre medico svizzero Paracelso (1493-1514), il cui vero nome era Philipp Theophrast von Hohenheim, che ci ha lasciato una ricetta in proposito. Il punto di partenza era il seme dell'uomo, imputridito per quaranta giorni in un alambicco al calore del ventre equino. Il piccolo fanciullino in questo modo generato doveva poi essere nutrito con l'arcano del sangue umano per quaranta settimane. Al termine si sarebbe formato un vero e proprio fanciullino, completo e perfetto, ma soltanto molto più piccolo. Va ricordato, a proposito del sogno di creare un uomo o un essere vivente in vitro, che con i recenti progressi della biologia e della medicina, oggi è possibile realizzare qualcosa di analogo, in un laboratorio, basti pensare alla clonazione, alla fecondazione artificiale, agli esperimenti della biogenetica. Quando si parla di queste cose, almeno nell'opinione pubblica, il tabù della sfida dell'uomo a Dio e alle leggi della Natura, ritorna e il suo aspetto perturbante si ritrova, celato in altre forme e con altre argomentazioni, negli articoli di giornale, nei convegni di bioetica, negli organi di regolamentazione della sperimentazione scientifica. La clonazione di un essere vivente, la manipolazione dei geni, al di là dei risultati, almeno nell'opinione pubblica, generano dei "mostri". (AZ) |
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