■ Che cosa sono i verbi transitivi e intransitivi? ■ Che differenza c’è tra verbi transitvi e intransitivi? ■ Come si può sapere quale ausiliario possiede un verbo? ■ Si dice è vissuto o ha vissuto? ■ Si dice ho corso o sono corso? ■ Si dice è grandinato o ha grandinato? ■ I verbi transitivi reggono tutti l’ausiliario avere? ■ I verbi intransitivi reggono tutti l’ausiliario essere? ■ Come mai se “amare” è un verbo transitivo che regge l’ausiliario avere si può dire “sono amato” oltre a “ho amato”? ■ Un verbo può possedere due ausiliari? ■ Ci sono verbi che possono essere usati sia transitivamente sia intransitivamente? ■ Quali sono i verbi che possono reggere sia “essere” sia “avere”? ■ A cosa serve sapere se un verbo è transitivo o intransitivo?
I verbi si possono dividere in due generi, quelli transitivi e quelli intransitivi.
Sono transitivi i verbi che lasciano transitare l’azione su qualcosa, in altre parole reggono il complemento oggetto (o diretto), e in modo semplice e pratico sono quelli che rispondono alle domande: “Chi? Che cosa?”, in alternativa sono intransitivi.
Per esempio:
si può mangiare qualcosa? Sì, dunque mangiare è un verbo transitivo.
Si può andare qualcosa? No. Dunque andare è un verbo intransitivo (si può andare da qualche parte, non direttamente qualche parte).
Questa distinzione è molto importante per vari motivi pratici.
● Tutti i verbi transitivi, nella formazione dei tempi composti, si appoggiano all’ausiliare avere, dunque si dice ho mangiato (mentre sono mangiato è la forma passiva);
● i verbi transitivi possiedono la forma passiva, quelli intransitivi no. In altre parole nel primo caso, essendoci un oggetto, è possibile ribaltare la frase: io mangio la mela → la mela è mangiata da me (il verbo diventa passivo, il soggetto si trasforma in complemento di agente e l’oggetto diventa il soggetto);
● attenzione: se tutti i verbi transitivi si appoggiano all’ausiliario avere, non è detto che viceversa gli intransitivi vogliano sempre essere, a volte si appoggiano ad avere (per es. partecipare → ho partecipato), e non c’è una regola per stabilire quale sia il loro ausiliare, in caso di dubbi è bene consultare il dizionario.
Ci sono casi in cui uno stesso verbo può essere usato sia transitivamente sia intransitivamente, dunque gli ausiliari possono cambiare a seconda dei contesti, per esempio cambiare (si può cambiare qualcosa, dunque ho cambiato, ma si può dire anche che la situazione è cambiata) o girare (ho girato il volante e la ruota è girata). In altri casi l’uso transitivo o intransitivo di un verbo ne cambia il significato: avanzare nel senso di procedere (intransitivo) e nel senso di avanzare la minestra o avanzare una pretesa (transitivo), o come nelle espressioni ho servito il pranzo e non è servito a niente (nel senso di “non è più utile”).
Ci sono poi alcuni verbi che sono sempre intransitivi tranne in un caso: quando reggono il complemento oggetto che riprende la radice e il significato del verbo stesso, per esempio dormire un sonno tranquillo, vivere una vita… e si può dire ho corso una corsa (o una gara), ma si dice sono corso a casa (uso intransitivo).
Infine, in qualche caso ci sono verbi intransitivi che possono reggere il doppio ausiliario, e per esempio si può dire sia è prevalso sia ha prevalso. Tra questi ci sono tutti i verbi che indicano fenomeni atmosferici, per cui è possibile dire è piovuto e ha piovuto, e lo stesso vale per nevicare, grandinare, tuonare, lampeggiare, albeggiare.