â Quando si usa il/i e quando si usa lo/gli? â Si dice gli pneumatici o i pneumatici? â Si può scrivere lâFbi? â Si può scrivere lâ8 settembre? â Si dice il TAV o la TAV? â PerchĂŠ si dice il jazz ma lo juventino? â PerchĂŠ si dice i deodoranti ma gli dei? â PerchĂŠ si dice il cherubino ma lo champagne?
Si chiamano determinativi perchĂŠ indicano qualcosa di determinato: il cane indica âquel cane lĂŹâ, non un cane qualsiasi.
Se per il femminile non ci sono dubbi su quale articolo determinativo utilizzare â ci sono solo la per il singolare e le per il plurale â per il maschile nasce invece un problema: quando usare lo (al plurale gli) e quando il (al plurale i)?
Chi è madrelingua va a orecchio senza troppi problemi, di solito, anche se ci sono casi che si sbagliano frequentemente (per es. gli gnocchi e non i gnocchi) e per chi ha dubbi esistono delle regole semplici per non confondersi.
Lo (e gli), si usano davanti a:
â le parole che cominciano con vocale;
â le parole che cominciano con x e z;
â le parole che cominciano con s impura (cioè seguita da unâaltra consonante e non da una vocale, per esempio studio);
â i gruppi di consonanti gn, pn e ps.
Dunque, si dice lo xilofono, lo zappatore, gli specchi. Ma soprattutto lo psicologo (al plurale gli psicologi), lo gnomo (gli gnomi), lo gnocco (gli gnocchi); lo pneuma, lo pneumatico o lo pneumotorace.
Il detto: âRidi, ridi, che mamma ha fatto i gnocchiâ è una forma popolare da evitare, è coretto gli gnocchi, e anche nel caso degli pneumatici è la forma piĂš corretta, anche se âi pneumaticiâ è cosĂŹ diffusa che ormai passa per accettabile.
Il (al plurale i) si usa in tutti gli altri casi, dunque con le parole che cominciano in consonante (a parte quelle già viste): il bambino, il contadino, il dentista, il sogno (qui la s è seguita da vocale), il vigile.
ECCEZIONI!
Lâunica eccezione è rappresentata dal plurale di il dio che diventa gli dei (anzichĂŠ i dei come si dice invece negli altri casi: i deodoranti, i deambulantiâŚ).
E poi câè lâeccezione delle parole inglesi che cominciano con âwâ: anche se si legge âuâ (week-end, welfare) si associano allâarticolo il e gli (e non a lo come le parole in âuâ: gli uomini) e si dice il e i week-end, il e i whisky, come se si pronunciassero con la âvâ. La stessa anomalia fonetica si ritrova nelle parole che cominciano con âswâ, dove la âwâ è percepita come consonante e non come vocale, dunque si dice lo swing ma il suino, lo swap ma il suocero.
Lâarticolo con le parole straniere
Nel caso delle parole straniere la cui pronuncia diverge dal modo con cui scriviamo, di solito conta la pronuncia e non lâortografia, perciò si dice lo champagne (come lo sciatore e non come il chierichetto), lâhotel e gli herpes (lâh è muta e quindi è come se queste parole cominciassero per vocale), il jazz, il jackpot, i jeans, il jâaccuse (perchĂŠ si pronunciano come parole che iniziano per g), mentre si dice lo junghiano, lo jodel, lo jugoslavo, lo juventino (perchĂŠ si pronunciano come parole che iniziano per i). Per saperne di piĂš vedi â âLa pronuncia delle lettereâ nella parte dedicata alle lettere straniere.
Lâuso dellâarticolo davanti alle sigle
Anche davanti alle sigle lâarticolo pone qualche problema. In linea di massima si concorda con numero e genere della denominazione completa, per esempio si dice gli USA al plurale (sottintendendo gli Stati Uniti dâAmerica) o la CEE (al femminile perchĂŠ si sottintende la ComunitĂ Economica Europea). Ma non è sempre cosĂŹ, a volte non è chiaro il genere delle sigle, e nel caso del o della TAV, per esempio, inizialmente si è diffuso il femminile perchĂŠ era sentita come sinonimo della tratta dellâalta velocitĂ . Ultimamente sta guadagnando terreno il TAV, razionalmente piĂš corretto, visto che è la sigla di Treno ad Alta VelocitĂ .
Tuttavia non sempre questi approcci razionali sono applicabili come una regola, e nel caso di Aids, per esempio, che significa Sindrome da ImmunoDeficienza Acquisita, si è affermato immotivatamente il maschile (lâAids sta per lo Aids, che infatti è contagioso), forse perchĂŠ sentito come sinonimo di virus. Per saperne di piĂš vedi â âSigle e acronomiâ (e per lâuso dellâapostrofo degli articoli davanti alle sigle vedi il prossimo paragrafo).
Lâapostrofo degli articoli: non si usa nel caso di gli e le
Quando una parola inizia per vocale:
â lo e la si apostrofano sempre: lâanimale, lâermellino, lâistrice, lâopossum e lâuccellino (come la del resto: lâamaca, lâedera);
â invece, al plurale gli e le non si apostrofano: le elezioni, gli animali e mai âlâelezioniâ o âglâanimaliâ.
Solo davanti alla i è possibile apostrofare gli, per esempio glâimbuti, glâitaliani, ma è meglio evitarlo: nellâitaliano moderno non è in uso e suona fuori luogo.
Per saperne di piĂš vedi â âApostrofo: elisione e troncamentoâ.
Infine: ci sono casi in cui è possibile apostrofare lâarticolo anche davanti ai numeri (per esempio lâ8 settembre) o alle sigle che vengono pronunciate con una vocale anche se si scrivono con una conosonante perchĂŠ prevale la pronuncia sullâortografia, per esempio si trova spesso lâFBI (lâapostrofo, completamente scorretto dal punto di vista grammaticale, si giustifica con la concordanza con la pronuncia allâinglese âeffebiĂ iâ, come una parola che inizia con la e).