Non ci sono delle regole precise, ma esistono molte indicazioni utili per districarsi tra questi dubbi. Le città sono di solito femminili, i mari e i laghi maschili, per fiumi, monti e Paesi dipende dai casi.
Anche se non esistono regole precise per determinare il genere dei nomi geografici (che non sono riportati nei dizionari), le città sono di solito femminili perché si sottintende “città”: Venezia è bella, Milano è caotica, Roma è antica. Il Cairo è però maschile perché l’articolo fa parte integrante del nome della città.
I mari sono maschili perché si sottintende (il mare) Mediterraneo, Tirreno, Adriatico… come i laghi in cui, a parte il Garda, di solito non si può omettere la parola lago e dire per esempio “il Bracciano”.
L’Etna, il Vesuvio e lo Stromboli sono maschili perché si sottintende il vulcano, così come l’Elba sottintende l’isola e diventa femminile (come la Corsica, la Sardegna, la Sicilia), però si dice il Giglio (come abbreviazione dell’Isola del Giglio) perché prevale il nome maschile che porta. Allo stesso modo, il monte Bianco o Rosa, maschili (sono monti), come gli Appennini o i Pirenei; ma le Alpi e le (montagne) della Marmolada e della Maiella, come le Dolomiti, sono femminili.
I Paesi sono per lo più femminili, ma non sempre, per esempio: il Guatemala, il Venezuela, il Canada, il Sudafrica, il Congo, il Kenia. Lo stesso problema si riscontra per i nomi dei fiumi, in particolare per quelli che sono poco conosciuti, dove non è facile districarsi. La Dora Baltea, la Dora Riparia e la Secchia sono femminili come la Loira e la Senna, mentre il Po, il Lambro, il Ticino, l’Arno e il Tevere sono maschili come il Danubio.
In caso di dubbi, perciò, il consiglio è quello di scrivere sempre per esteso ciò che è sottinteso (l’iperonimo): aggiungere il fiume Ovesca o Sarca risolve ogni problema sull’articolo da utilizzare e sul suo sesso, soprattutto nel caso dei nomi che non sono universalmente conosciuti .
Per saperne di più → Il genere dei nomi geografici.