■ Come si fa il comparativo degli avverbi? ■ Come si fa il superlativo degli avverbi? ■ Il superlativo di precipitevole è precipitevolissimevolmente? ■ Qual è il superlativo di “grandemente”? ■ Meglio dire “pessimamente” o “malissimo”? ■ Il superlativo di “salubremente” è saluberrimamente? ■ Si può dire più bene o più male? ■ Perché si può dire “sento più male di ieri”, ma si dice “mi sento peggio di ieri”?
Come gli aggettivi, anche gli avverbi possono avere i gradi comparativo e superlativo.
Il comparativo può essere di maggioranza (si forma con più: più fortemente), di minoranza (meno fortemente) o di uguaglianza (tanto fortemente quanto…).
Il superlativo relativo si forma aggiungendo “il più… possibile” (possibile può essere anche sottinteso), per esempio: gridai il più fortemente possibile, mentre il superlativo assoluto si forma aggiungendo assai o molto oppure con i suffissi –issimo o –issimamente: gridai molto forte o fortissimo o fortissimamente.
Come gli aggettivi, anche alcuni avverbi possiedono delle forme particolari di comparativo e superlativo che si discostano da queste regole, e che sono riportate di seguito.
Grado positivo | Comparativo |
Superlativo assoluto |
bene | meglio |
ottimamente (benissimo) |
male | peggio |
pessimamente (malissimo) |
molto | più | moltissimo |
poco | meno |
minimamente (pochissimo) |
grandemente | maggiormente | massimamente |
Naturalmente benissimo, moltissimo e simili sono da intendere in senso avverbiale: non sono aggettivi e non sono variabili nel numero e nel genere, dunque si riferiscono al verbo: stare benissimo o mangiare pochissimo (un gelato buonissimo è aggettivo).
● Il comparativo di bene è meglio, dunque non si dice è più bene, mi sento più bene, ho fatto più bene, ma si dice sempre è meglio, mi sento meglio, ho fatto meglio.
● Allo stesso modo, il comparativo di male è peggio, e non si dice è più male, ma è peggio.
La forma “più bene”, però, vive in altre espressioni come: “Vuoi più bene alla mamma o al papà?”, ma si tratta di un falso comparativo: in questo caso bene è un sostantivo e più significa “una maggiore quantità” (un po’ come dire “vuoi più pere o più mele?”). Lo stesso vale nel caso di “più male” (ho sentito più male di ieri = sostantivo, cioè una maggiore quantità), ma non si può dire mi sento più male, si dice mi sento peggio.
In teoria, ma solo in teoria, i superlativi degli avverbi seguono le eccezioni che valgono anche per gli aggettivi (quelli in –fico e –volo si appoggiano al suffisso –entissimo), e dunque se magnifico diventa magnificentissimo, anche l’avverbio dovrebbe essere magnificentissimamente, ma non si usa, come non si usa saluberrimamente e via dicendo: non tutti gli avverbi hanno il superlativo.
Gli avverbi in –mente, già da soli, sono un po’ “pesanti” nel loro utilizzo e nella loro lunghezza, e nei corsi di scrittura in genere si consiglia di evitarli e di optare per locuzioni più eufoniche, per esempio correre forte o mangiare in modo avido sono preferibili a forme come correre fortemente, o mangiare avidamente. A maggior ragione usare superlativi renderebbe tutto ancor più di cattivo gusto.
Quanto a precipitevolissimevolmente non è il superlativo assoluto di precipitevolmente (sarebbe caso mai precipitevolissimamente se non fosse un ossimoro esprimere un concetto così rapido in una parola tanto lunga) è solo una voce scherzosa, usata in modo scherzoso anche da qualche autore soprattutto in passato, ma non è registrata nei dizionari, almeno quelli moderni, e dunque non è propriamente la parola più lunga della lingua italiana.