■ Meglio dire una donna bella o una bella donna? ■ Che differenza c’è tra un uomo grande e un grande uomo? ■ Che differenza c’è tra ho visto un solo uomo e ho visto un uomo solo? ■ Perché si può dire un grande principe ma non un azzurro principe? ■ Gli aggettivi vanno prima o dopo il nome? ■ Quali sono le regole della collocazione degli aggettivi qualificativi? ■ Che differenza c’è tra: una bella iniziativa interessante; una bella e interessante iniziativa; e un’iniziativa bella e interessante? ■ Quali sono le regole della collocazione degli aggettivi determinativi? ■ Dire mio figlio o figlio mio è la stessa cosa? ■ Che differenza c’è tra primo numero e numero primo?
Per gli aggettivi qualificativi non esistono regole precise che regolano la collocazione prima o dopo il nome, spesso dipende dallo stile: si può dire indifferentemente “è una bella donna” oppure “è un donna bella”.
In altri casi è invece obbligatorio collocare l’aggettivo dopo il nome: non si può dire “un azzurro principe” né un “universitario professore” (anche se si può dire “un grande principe” e un “valente professore”).
Insomma, in mancanza di regole precise non resta che andare a orecchio e valutare caso per caso.
In linea di massima, però, l’aggettivo precede il nome quando ha un senso generico o esprime qualità permanenti e naturali (una buona idea, un bel film), mentre si colloca dopo quando lo si vuole mettere in risalto (un’idea buona, un film bello) o per specificare una particolarità del nome (medico legale, profilo greco).
Quando ci sono più aggettivi si possono collocare anche prima e dopo il nome:
● una meravigliosa iniziativa interessante,
● una meravigliosa e interessante iniziativa,
● un’iniziativa meravigliosa e interessante.
A volte la posizione dell’aggettivo può conferire alla frase significati diversi (o diversi significati, è lo stesso), per esempio: Napoleone era un grand’uomo, ma non un uomo grande (nel senso della statura); e ho visto un uomo solo (= da solo) è diverso da ho visto un solo uomo (cioè ho visto solo lui).
Gli aggettivi determinativi, invece, di solito precedono sempre il nome cui si riferiscono, a parte in pochissimi casi.
Con gli aggettivi possessivi, per esempio, sono ammissibili forme come “figlio mio!”, che ha un valore diverso rispetto a “mio figlio” che si usa abitualmente. Anche nel caso dei numerali si possono registrare delle eccezioni, per esempio si dice: “Sei il numero uno” (l’aggettivo è posticipato), mentre un “numero primo” (cioè divisibile solo per sé stesso) ha un significato diverso da “il primo numero”.