Il plurale dei nomi in -e

■ Perché superficie o moglie al plurale diventano superfici e mogli, ma rimangono invariate le specie, le carie e le serie? ■ Qual è il plurale di bue? ■ Come si fa il plurale delle parole che terminano in –e? ■ Com’è il plurale delle parole che terminano in –ie?

I nomi che terminano in –e al plurale si volgono quasi sempre in –i , sia che siano maschili – per esempio: cane (→ cani), paese (→ paesi), pesce (→ pesci) – sia che siano femminili: pelle (→ pelli), fine (→ fini), rete (→ reti).

Naturalmente ciò non vale per → i re perché tutti i monosillabi sono sempre invariabili.


I nomi che terminano in –ie, però, al plurale rimangono invariati:  la specie e le specie (e mai “le speci”), le carie, le serie e le barbarie. Ma le eccezioni che confermano la regola non mancano, per esempio: moglie, effigie e superficie diventano → mogli, effigi e superfici.

Tra le eccezioni che rientrano nelle parole irregolari che al plurale cambiano la loro radice c’è poi da segnalare bue che diventa buoi (vedi anche “Plurali anomali“).

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