Come distinguere gli avverbi da aggettivi, congiunzioni o preposizioni

■ Come si distingue una parola come “forte” che può essere sia aggettivo sia avverbio? ■ Come si distingue una parola come “dopo” che può essere congiunzione, preposizione o avverbio? ■ Quali sono gli esempi di frasi in cui una stessa parola cambia funzione e diventa preposizione, congiunzione, aggettivo o avverbio?

Gli avverbi primitivi (o semplici, ma non sono per niente “semplici”) sono più difficili da riconoscere di quelli derivati dall’aggettivo, che perlopiù finiscono in –mente (sicuramente, velocemente…).

Il problema è che molte volte una stessa parola diventa una diversa parte del discorso a seconda del contesto. Forte, per esempio, può essere un aggettivo, ma può anche diventare un avverbio.

Nell’espressione correre forte (= fortemente) è usato avverbialmente (dunque è avverbio) perché si riferisce al verbo anziché a un sostantivo (è “l’aggettivo del verbo”). Per distinguerlo, oltre a vedere a cosa si riferisce, può essere utile in questo caso notare che quando è avverbio diventa invariabile. Al contrario, quando è riferito al nome è sempre variabile, cioè si può conocrdare nel genere e nel numero: un uomo forte, due uomini forti. Lo stesso vale per chiaro: è avverbio in parlar chiaro (= chiaramente, riferito al verbo e invariabile), ma è aggettivo in l’uomo chiaro (la donna chiara, gli uomini chiari e le donne chiare).

Se questo concetto è forte chiaro si può passare a un distinzione un po’ più difficile.

Altre volte si usano in modo avverbiale anche molte parole invariabili, e per distinguerle si può analizzare solo la loro funzione e il loro significato. Dopo, per esempio, secondo il contesto può assumere il ruolo di avverbio, di preposizione o di congiunzione.
Nell’espresione: vado dopo è riferito al verbo ed è avverbio;
nell’espressione: dopo pranzo vado via (riferito al nome) diventa una preposizione impropria (dopo pranzo è come sul tavolo, nel piatto…);
nell’espressione: dopo aver mangiato (= dopo che ho mangiato) vado via diventa una congiunzione subordinativa, perché congiunge una frase principale a quella subordinata temporale (vado via = principale + dopo che ho mangiato subordinata).

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