La forma del verbo attiva e passiva

■ Che cos’ è la forma passiva? ■ Come si riconosce la forma passiva? ■ Come si fa la forma passiva? ■ Che differenza c’è tra “sono trasportato” e “vengo trasportato?” ■ Qual è il trucco per distinguere una forma passiva come “sono chiamato” e una attiva come “sono andato”? ■ Che cos’è il si passivante? ■ La forma passiva si può fare anche con il verbo “venire”? ■ Tutti i verbi possono avere la forma passiva? ■ Il “si passivante” è solo impersonale?

Tutti i verbi possiedono una forma attiva, dove il soggetto è quello che compie l’azione, come si dice generalmente, o comunque si trova nello stato che il verbo esprime (il cane mangia l’osso; il cane corre).

Ma il verbo può assumere anche altre forme, come quella riflessiva (in cui l’azione si rivolge verso sé stessi, per es. il gatto si lava) e quella passiva.

Nella forma passiva avviene un ribaltamento della struttura della proposizione e il soggetto grammaticale “subisce” l’azione espressa dal verbo:

il cane (soggetto) mangia (predicato verbale attivo) l’osso (complemento oggetto)

si può rovesciare in

l’osso (soggetto) è mangiato (predicato verbale passivo) dal cane (complemento di agente).

Attraverso questa forma, il soggetto non è più chi compie l’azione, ma chi la subisce: il cane è il soggetto logico, ma non quello grammaticale che diventa l’osso, cioè quello che nella forma attiva era l’oggetto.

Per compiere questo ribaltamento è perciò necessario che ci sia un complemento oggetto, altrimenti non è possibile. Per questo motivo solo i verbi transitivi, quelli che rispondono alle domande “Chi? Che cosa?” e reggono il complemento oggetto possono essere “rigirati”. I verbi intransitivi non possiedono la forma passiva.

Più nel dettaglio, per volgere una frase al passivo si devono compiere tre trasformazioni:

il complemento oggetto diventa soggetto;
il soggetto diventa complemento d’agente (per le persone) o di causa efficiente (per le cose);
il verbo si volge nella forma passiva.

Come si coniuga la forma passiva? Molto semplicemente: basta unire la coniugazione del verbo essere al participio passato. Per esempio io lodo al passivo diventa io sono lodato, io temo → sono temuto, io servo → sono servito e così via per ogni coniugazione e per ogni tempo (se non fosse chiaro è possibile vedere la tabella con un paradigma coniugato per intero).

Un trucco per riconosere i passivi

Bisogna fare attenzione a non confondere la forma passiva con un normale tempo composto attivo con il verbo essere! In altre parole, nella pratica, quando si trovano forme come “è mangiato”, “è calciato”, “è sollevata” come si possono distinguere dalle forme del passato prossimo attivo di verbi intransitivi che non hanno il passivo come “è andato”, “è sbiadito” o “è piovuto”?

Un trucco pratico è quello di sostituire il verbo essere con il verbo venire. Il passivo infatti si può costruire anche con venire oltre che essere. Se questa sostituzione è possibile senza snaturare il senso della frase vi trovate di fronte a un passivo, altrimenti si tratta di un tempo composto di una forma attiva.

Perciò:

sono forme passive: l’osso è (viene) mangiato; il pallone è (viene) calciato; la vela è (viene) sollevata;
sono certamente forme attive di normali tempi composti: è andato, è sbiadito o è piovuto (che non consentono alcuno scambio tra essere e venire).

Questo sistema, però, funziona solo con il presente: l’osso è stato mangiato non si può sostituire con “l’osso è venuto mangiato”, ma non è poi così difficile volgere al presente una frase, in caso di dubbi.

Il si passivante

C’è anche un’altra modalità  per rendere la forma passiva: il si passivante, che si forma appunto con si seguito dalla terza persona singolare o plurale del verbo transitivo, per esempio:

si accettano (= sono/vengono accettati) buoni pasto;
si mangia (= viene mangiata) la minestra;
si sconta (= viene scontata) tutta la merce.

Questo ultimo modo di formare il passivo è però impersonale (non si riferisce a una persona come io o tu), e si può fare solo quando il complemento di agente o di causa efficiente non è espresso.

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