Congiuntivo: come evitare la “sindrome di Fantozzi”

■ Da dove nascono gli errori “fantozziani” sul congiuntivo che spingono a dire “facci” o “batti” al posto di “faccia” e “batta”? ■ Qual è la vocale tematica che prendono i verbi regolari in -are al congiuntivo? ■ Qual è la vocale tematica che prendono i verbi irregolari andare, dare, fare e stare al congiuntivo? ■ Qual è la vocale tematica che prendono i verbi regolari in -ere e -ire al congiuntivo? ■ Qual è la vocale tematica che prendono i verbi regolari in -are ■ Al congiuntivo imperfetto i verbi dare e stare mantengono la stessa radice in A o la cambiano in E? ■ Al congiuntivo i dice “stassi” e “dassi” o “stessi” e “dessi”?

“Ma mi facci il piacere” diceva Totò al posto di “faccia”, ironizzando su uno degli errori più diffusi in fatto di congiuntivo. Anche il personaggio di Fantozzi incarna la caricatura dell’uomo medio che sbaglia sistematicamente tutti i congiuntivi (“venghi” invece di venga) e una delle scenette più celebri è quella della partita a tennis nella nebbia con il ragionier Filini, il cui dialogo suona pressappoco così:

                          – Batti!
                          – Ma… mi dà del tu?
                          – No, batti lei!
                          – Ah, congiuntivo!

Questi congiuntivi maccheronici ed errati dipendono dall’andare a orecchio nel modo sbagliato. Ma chi soffre della “sindrome di Fantozzi”, un caso diffuso di “congiuntivite”, la può correggere in modo semplice.

Da dove nascono questi errori? Dal semplice fatto di non ricordare 4 semplici eccezioni.

Il congiuntivo presente dei verbi regolari in –are si forma con la vocale tematica “i” (mangiareche io mang-i), mentre verbi in ere e in –ire prendono la vocale tematica “a” (temere → che io tem-a e non temi e servire → che io serv-a e non servi.

Fantozzi, invece, coniuga tutti i verbi al congiuntivo in modo sistematico solo con la vocale –i, sul modello di lodare (che io lod-i).

In particolare, i verbi andare, dare, fare e stare, anche se terminano in –are, non sono regolari, e si comportano come se fossero verbi in –ere/ire, cioè sono eccezioni che vogliono la vocale tematica –a (e mai la –i!).

Dunque si dice:

                          vada e vadano (e non vadi e vadino)
                          dia e diano (e non dii e diino)
                          faccia e facciano (e non facci e faccino)
                          stia e stiano (e non stii e stiino).

Inoltre, passando dal congiuntivo presente al congiuntivo imperfetto, dare e stare cambiano la vocale tematica (dalla a passano alla e), e si trasformano in

dessi e dessero (e non dassi e dassero)
                          stessi e stessero (e non stassi e stassero).

Basta ricordarsi queste poche regole, e il rischio di fare figure “fantozziane” è scongiurato.


Questo articolo è tratto da:
Antonio Zoppetti,
Sos congiuntivo for dummies,
Hoepli, Milano 2016.

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