I superlativi “abusivi”, iperbolici e metaforici

■ Si può dire smisuratissimo? ■ Si può fare il superlativo di aggettivi che sono già superlativi? ■ Si può fare il superlativo dei nomi o dei verbi? ■ Si può dire ultimissimo? ■ Si può dire d’accordissimo? ■ Si può dire augurissimi?

Non tutti gli aggettivi possiedono le forme comparative e superlative, per esempio non li hanno quelli  che coinvolgono i concetti di tempo, materia o qualità dell’essere come mensile, marmoreo, triangolare, ateo (non avrebbe alcun senso dire che qualcosa è più mensile di un’altra o sommamente triangolare).

Tuttavia, in senso figurato tutto è sempre possibile (ma dipende dai contesti), e si può dire anche estremissimo, anche se letteralmente estremo significa già ciò che è più esterno, oppure per esagerare: smisuratissimo e ultimissimo, anche se questi aggettivi letteralmente, non lo consentirebbero dal punto di vista grammaticale. Ma poiché la lingua è metafora, tra queste “licenze” si possono trovare casi come “io sono italianissimo” e in questo applicare le regole del superlativo al di fuori del contesto degli aggettivi, le parole “superlativizzate” in modo iperbolico sono tante. Nel nostro lessico sono entrati per esempio padronissimo, finalissima, canzonissima, augurissimi, presidentissimo, affarissimo o campionissimo dove il suffisso dell’aggettivo viene applicato ai sostantivi. Tra i pronomi accresciuti in questo modo si registra stessissimo e poi circolano persino intere locuzioni come d’accordissimo, hai ragionissima, processo in direttissima o in gambissima. E anche i verbi vengono qualche volta accresciuti ricorrendo ai prefissi superlativi: stravedere, strafare, strapagare o stramaledire

Questi ultimi esempi appartengono però ai registri pubblicitari o gergali, più che a quelli formali o poetici, per cui in linea di massima è consigliabile usarli con moderazione.

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