■ Si può usare l’articolo davanti ai nomi propri? ■ Meglio dire “il Manzoni” o solo “Manzoni”? ■ Perché si mette l’articolo davanti ai nomi femminili: la Bertè, la Montalcini? ■ Perché si dice il Carducci ma non il Garibaldi? ■ Si può dire “la mia sorella”? ■ Si può dire “il mio babbo”? ■ Meglio dire: “i cani, i gatti e i topi” o “i cani, gatti e topi”? ■ Meglio dire l’edizione “dei Promessi sposi” o “de I promessi sposi“? ■ Quando si usa l’articolo con i nomi geografici (l’Africa è grande) e quando no (Roma è grande)? ■ Meglio dire il soprano Maria Callas o la soprano?
In linea di massima, l’articolo si usa con il nome, ma naturalmente ci sono varie eccezioni e non è sempre così: non tutti i nomi possono essere preceduti dall’articolo.
L’articolo si omette davanti ai nomi propri: non si dice lo Stefano, ma semplicemente Stefano, e lo stesso vale per i cognomi di persona (è arrivato Rossi e non il Rossi), anche se può capitare di imbattersi in “il Manzoni” o la “Montessori”.
Alcune grammatiche riportano la “regola” che i nomi di personaggi illustri ammettono l’articolo, per esempio il Pascoli o il Carducci, ma ciò non è vero. Infatti, non si dice per esempio il Michelangelo, il Cesare, il Napoleone o il Garibaldi. Né, sfogliando un giornale leggiamo il Benigni, dunque il caso dei nomi di alcuni letterati del passato (non tutti, e non si dice “il Dante“) è un’eccezione da contestualizzare solo in quell’ambito (e usare o meno l’articolo in questi pochi casi è una scelta stilistica).
È invece molto diffusa la consuetudine di usare l’articolo femminile per i cognomi di donna: la Bertè, la Loren o la Montalcini. Questa consuetudine è stata tacciata di un uso linguistico sessista. Perché specificare il genere femminile quando non lo si fa per i personaggi pubblici maschili? Questa critica fu sollevata per esempio dall’ex ministra Elsa Fornero che non gradiva essere appellata “la Fornero” visto che nessuno avrebbe chiamato l’allora presidente del consiglio di quel governo “il Monti”. In questi casi, chi volesse evitare questo uso può aggirare la questione specificando sempre anche il nome (Loredana Bertè) o l’apposizione (la ministra Fornero) in modo da evitare l’uso dell’articolo considerato politicamente poco corretto (per approfondire la questione del sessismo → “Il sessismo della lingua e la femminilizzazione della cariche“).
Davanti ai nomi dal sesso incerto, per esempio soprano (al maschile anche se tipico delle donne) è invece consuetudine apporre l’articolo che ne qualifica il genere quando sono uniti al nome, per esempio la soprano Maria Callas (ma si può dire anche Maria Callas è stata la/il soprano più famosa/o), mentre per i nomi dal sesso ambivalente si usa necessariamente il femminile: Maria Callas è stata una cantante famosa (e non un cantante).
Al contrario dei nomi propri, l’articolo si usa invece nel caso dei soprannomi, il Parmigianino o il Griso, e nel caso dei → nomi geografici di continenti, laghi, fiumi e monti: l’Asia, il Po, il Garda e il Gran Sasso.
Viene invece omesso davanti ai nomi delle città (Roma è una città d’arte) e alcune grammatiche riportano come eccezioni La Spezia, L’Aquila, Il Cairo, L’Aia, La Mecca, La Paz, o L’Avana, ma a essere pignoli in questi casi l’articolo fa parte del nome, non è un’aggiunta arbitraria. L’eccezione è semmai il caso di specificazioni o attributi che accompagnano il nome di una città, per esempio la Roma di Cesare o la Milano da bere.
L’articolo va omesso nei nomi di parentela preceduti dall’aggettivo possessivo: si dice mio fratello, mia sorella, mia nonna, mia madre e mio padre (e mai la mia sorella e simili), ma le eccezioni non mancano. Nel caso di babbo e di mamma, per esempio, si usa: il mio babbo, la mia mamma, e allo stesso modo si usa nei plurali (le mie sorelle, i miei nonni, le mie zie) o quando è preceduto da un aggettivo qualificativo, il mio vecchio padre. Al contrario, l’articolo si omette davanti ai possessivi che precedono le formule come Sua Altezza (o Eccellenza, Eminenza, Maestà, Santità e Signoria).
Inoltre, si può omettere anche davanti alle citazioni di opere il cui titolo comincia con un articolo. “A proposito dei Promessi sposi”, è corretto anche se il titolo originale è I promessi sposi (l’alternativa, a volte pignola e meno scorrevole, ma ugualmente corretta, è quella di scrivere: “A proposito de I promessi sposi”).
Infine, quando ci sono elenchi di nomi di diversa appartenenza, per esempio i cani, i gatti e i topi conviene riportare sempre l’articolo prima di ogni nome, è più elegante, mentre quando i nomi sono invece dello stesso genere è consigliabile ometterlo: il musicista, cantante e scrittore Vinicio Capossela.