La forma riflessiva dei verbi

■ Cos’è la forma riflessiva? ■ Cos’è la forma riflessiva indiretta? ■ Cos’è la forma riflessiva reciproca? ■ Cos’è la forma riflessiva affettiva? ■ Cosa sono i verbi pronominali? ■ Quali sono esempi di frasi con la forma riflessiva? ■ Quali sono esempi di frasi con la forma riflessiva apparente? ■ Quali sono esempi di frasi con la forma riflessiva indiretta? ■ I verbi riflessivi sono solo transitivi? ■ Quali sono esempi di frasi con i verbi pronominali? ■ Quali sono esempi di frasi con la forma riflessiva affettiva?

Oltre alla forma attiva e passiva, il verbo può avere anche la forma riflessiva che si usa quando l’azione compiuta dal soggetto si riflette su sé stesso e non su qualcosa di esterno; per esempio: il gatto si lecca (= lecca sé stesso), oppure si lava, si gratta

In altre parole, nel verbo riflessivo il soggetto e l’oggetto coincidono, sono la stessa persona, e la forma verbale è sempre accompagnata dal pronome personale riflessivo (mi, ti, ci, si, vi).

Questa è la forma diretta, o propria, del si riflessivo, e si chiama così perché il pronome riflessivo fa da complemento oggetto (si lava = lava sé stesso). Per questo motivo i verbi riflessivi sono sempre transitivi.

Ci sono poi altre forme riflessive (anche se letteralmente non lo sarebbero, perché l’azione non si riflette davvero su sé stessa, ma solo in apparenza):


la forma riflessiva indiretta, o apparente, per esempio: Mario si allaccia la scarpa, oppure si fa la barba. In questo caso il si (ma vale anche per mi, ti, ci e vi, per esempio: mi faccio la barba e mi asciugo il viso) non è un complemento oggetto o diretto che si può sostituire con sé stesso, ma si trasforma in a sé stesso (ecco perché è indiretta). Per essere più precisi: Marco si lava (lava sé stesso), è la forma diretta, mentre Marco si lava le mani (cioè lava le mani a sé stesso) è una forma indiretta o apparente;
la forma riflessiva reciproca, per esempio: i cani si annusano, o si salutano, equivale a dire si annusano/salutano a vicenda, l’uno con l’altro (ed ecco perché si chiama reciproca);
la forma riflessiva dei verbi pronominali: anche se nella forma sono del tutto identici ai riflessivi, ci sono poi i verbi intransitivi pronominali, detti anche riflessivi intransitivi, cioè quei verbi che includono le particelle pronominali mi, ti, ci, si e vi nel loro paradigma, per esempio accorgersi, arrabbiarsi, pentirsi, vergognarsi. Le particelle in questione non sono l’oggetto, ma significano di me, di te… e sono diversi per esempio da lavarsi (cioè lavare sé stessi) e simili.
la forma riflessiva affettiva è una forma di riflessivo, anche se propriamente non lo sarebbe affatto, che si definisce d’affetto perché le particelle pronominali in gioco hanno un valore rafforzativo affettivo, ma sono pleonastiche, e cioè si possono anche togliere senza cambiamenti di significati. Per esempio: “Ma cosa mi combini?” oppure: “Mi faccio una bella mangiata”. In questi esempi la particella mi si può anche eliminare, il suo scopo è unicamente quello di aggiungere alla frase un senso di maggiore coinvolgimento e di affetto.

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