Le virgolette

■ Che differenza c’è tra le virgolette alte e basse? ■ Quando si usano le virgolette? ■ I titoli dei libri si scrivono con le virgolette o in corsivo? ■ Che differenza c’è tra le virgolette doppie e quelle singole? ■ Come si fa una citazione dentro la citazione? ■ Si possono usare i simboli di maggiore e minore invece delle virgolette? ■ Quando si fa una citazione virgolettata il punto si mette dentro o fuori dalle virgolette? ■ Si possono fare citazioni senza usare le virgolette?

Le virgolette si usano nel discorso diretto, per citare parole o brani di testo di altri autori, e ce ne sono di due tipi, quelle alte (“”) dette anche all’italiana, e quelle basse («») dette anche caporale, sergente (perché ricordano il simbolo dei gradi militari).
La differenza è solo grafica, non c’è un regola per preferire le une alle altre, basta rispettare l’uniformità e non usarle entrambe all’interno di uno stesso scritto. Ricorrere alle virgolette basse o alte è dunque una scelta editoriale, non grammaticale.

Nel caso di citazioni lunghe di interi brani, nell’editoria si preferisce di solito andare a capo e riportare la citazione con un altro carattere o con un altro corpo del testo, invece di usare le virgolette, per esempio:

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In altri casi, quando la citazione è breve o di poche parole e inserita all’interno del testo, può capitare di trovare esempi d’uso in cui si usa il corsivo al posto delle virgolette (sono scelte editoriali). Bisogna però evitare di associare le virgolette al corsivo, in questi casi, si mette o l’uno o l’altro (mi chiese: Come stai? ma non ascoltò la mia risposta, e non mi chiese: “Come stai?” ma non ascoltò la mia risposta).

Le virgolette si usano anche:

● per citare una sola parola (es. la scritta “Benvenuto”);
● per indicare il significato di una parola (es. mouse letteralmente significa “topo”), ma a volte si usa anche il corsivo;
● per specificare un uso improprio di una parola o per sottolineare un senso figurato o ironico da cui si prendono le distanze (es. quel “furbo” non si è accorto di nulla; quella scuola è un “lager”), ma è meglio non abusarne;

● nelle indicazioni bibliografiche per le citazioni di articoli di giornale e periodici o di capitoli di libri: mentre il titolo di una rivista, giornale o libro si indica in corsivo, le sue parti si riportano tra virgolette (es. Giovanni Boccaccio, “Chichibio e la gru”,  Decameron).

Poiché le virgolette basse non sono presenti direttamente sulla tastiera , a volte si sostituiscono con il doppio simbolo di minore e maggiore (<<>>) ma non è una scelta molto elegante. Lo stesso vale per le cosiddette virgolette singole “all’inglese” o apici (’): talvolta si usa marcare una parola anche con l’apice (es. quella ‘maestrina’), ma è una scelta meno diffusa e diventa indispensabile solo quando c’è una citazione nella citazione, per evitare confusioni: “Disse: ‘Certo!’ Ma non sembrava contento”.

Per essere precisi gli apici sono segni che possono differire dall’apostrofo e quando occorre distinguerli sono dritti invece che curvi. Ma non tutte le fonti di caratteri permettono questa distinzione, oppure molti programmi di scrittura li convertono direttamemte, anche se distinguerli può essere invece fondamentale da un punto di vista tipografico.

La punteggiatura associata alle virgolette

La punteggiatura associata alle virgolette si trova sia all’interno sia all’esterno, dipende dai casi e anche dalle norme editoriali delle case editrici.

In linea di massima, quando si cita una parola o una frase la punteggiatura è posta all’esterno, per esempio:

● Grazie a quella specie di “barca”, i naufraghi si misero in salvo.

Oppure:

● “Fatta l’Italia, restano da fare gli italiani”, diceva Massimo D’Azeglio.

Tuttavia, davanti a segni d’interpunzione che riguardano l’intonazione, come il punto di domanda o quello esclamativo, si inseriscono all’interno:

Mi disse: “Davvero?”.

E in tal caso è bene aggiungere il punto fermo dopo le virgolette, perché il punto interrogativo che fa parte della citazione, seguito dalle virgolette, perde la sua forza di chiusura.

Quando invece la citazione include un periodo completo, indipendente e finito, si tende a lasciare la punteggiatura di chiusura all’interno delle virgolette, e non bisogna mettere un ulteriore punto successivamente:

“Chi la fa l’aspetti.” Non c’è altro da aggiungere.

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