■ Perché si dice “mi hai portato la cartella”, ma “me l’hai portata (femminile), la cartella”? ■ Meglio dire l’urlo ci ha spaventato o ci ha spaventati? ■ Perché si dice la gatta è andata (femminile) ma la gatta ha mangiato? ■ Quali sono esempi di frasi con il participio passato concordato con il nome di riferimento?
Di solito, quando il participio passato è usato come attributo (aggettivo) o predicato (verbo) con l’ausiliario essere concorda con il nome a cui si riferisce per genere e numero (è andata, siamo andati); rimane invece invariato in presenza di avere (ho mangiato, abbiamo mangiato).
Ma non è sempre così, e in alcuni contesti questa tendenza non viene necessariamente rispettata.
Bisogna fare attenzione quando ci sono alcune particelle pronominali e anche al costrutto della frase (la posizione del participio può cambiare le cose).
Per esempio diciamo:
●
mi hai consegnato la cartella? (senza concordanza di genere)
ma davanti alla particella me si usa dire:
● me l’hai portata la cartella? (concordato al femminile).
Inoltre, il participio si concorda con il complemento oggetto quando precede il verbo, per cui diciamo:
● hai comprato le caramelle? (il participio è prima del complemento oggetto e non si concorda)
● certo, le ho comprate e le ho mangiate! (il participio è dopo il complemento oggetto e si concorda)
In altri casi, quando il participio si può concordare logicamente sia con il soggetto sia con l’oggetto, si può dire in due modi:
● l’urlo ci ha spaventati (concordato con l’oggetto = noi)
ma anche:
● l’urlo ci ha spaventato (concordato con il soggetto = l’urlo), anche se questa seconda forma è meno usata.
In sintesi, per le concordanze del participio non esistono delle regole rigide, e la questione si può riassumere con un prospetto che però non va inteso come una serie di regole da imparare a memoria (sarebbe complicato), ma come una serie di esempi e di paradigmi che servono poi per andare a orecchio e a istinto.
Il participio passato non si accorda con il soggetto ma rimane invariato (al maschile singolare):
● con i verbi transitivi nella forma attiva: la gatta (o il gatto) ha mangiato; le gatte (o i gatti) hanno mangiato;
● con i verbi transitivi se l’ausiliare è avere: la gatta (o il gatto) ha dormito; le gatte (o i gatti) hanno dormito.
Si accorda con il soggetto:
● con i verbi intransitivi se l’ausiliario è essere: il cane è arrivato; la gatta è arrivata; i cani sono arrivati; le gatte sono arrivate;
● con i verbi riflessivi: il gatto si è lavato; la gatta si è lavata; i gatti si sono lavati; le gatte si sono lavate;
● con i verbi al passivo: il gatto è pettinato; la gatta è pettinata; i gatti sono pettinati; le gatte sono pettinate.
Non si accorda con l’oggetto e rimane di solito invariato:
● quando c’è un complemento oggetto, se il participio precede il verbo: ho letto un libro/i libri/una rivista/le riviste;
● se il participio segue il verbo con il pronome relativo: il giornale/i giornali/la rivista/le riviste che ho letto (ma in questo caso si può dire anche le riviste che ho lette, la rivista che ho letta e i giornali che ho letti, anche se non è molto in uso).
Si accorda con l’oggetto:
● quando il complemento oggetto precede il verbo: quel gatto l’ho visto ieri; quei gatti li ho visti ieri; quelle gatte le ho viste ieri; quella gatta l’ho vista ieri;
● in presenza di alcune particelle pronominali (mi, ti, ci, si, vi, ma anche lo, la, li, le): l’urlo mi ha spaventato (dice Marco), l’urlo mi ha spaventata (dice Laura); l’urlo ci ha spaventate (dicono Laura e Silvia); l’urlo ci ha spaventati (dicono Marco e Claudio); ma in questo caso tutti possono anche dire senza sbagliare: “Ci ha spaventato”.