Meglio dire “l’uomo A CUI ho scritto” o “l’uomo CUI ho scritto”?

Si può dire sia “a cui” (più discorsivo), sia “cui” (più altisonante, perché si appoggia al significato latino)


Quando “cui” ha la funzione di complemento di termine, e cioè risponde alle domande “a chi? a che cosa?”, è possibile omettere la “a” e usare solo cui, che in latino era la forma già declinata con lo stesso significato.

Dunque si possono usare entrambe le forme: “a cui” è più discorsivo e colloquiale, la forma “cui” è invece più ricercata e dotta perché omette la preposizione con un impiego del pronome già declinato alla latina.

Attenzione: quando cui esprime altri complementi, invece, non è possibile omettere la preposizione: si può dire l’uomo (a) cui ho scritto, ma si dice sempre l’uomo di cui ti ho parlato, l’uomo per cui lavoro

Per risolvere altri dubbi sull’uso dei pronomi → I pronomi relativi.

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