Si dice “penso che è” o “penso che sia”?

Si può dire in tutti e due i modi: a seconda del modo cambia la sfumatura del significato

Non è obbligatorio usare il congiuntivo in una frase come “penso che sia”, è lecito anche dire “penso che è”. Poiché il congiuntivo è soprattutto il modo verbale che si usa per esprimere l’incertezza, la possibilità e l’impossibilità, la prima frase esprime un dubbio (lascia intendere che potrei sbagliarmi e che potrebbe non essere così: penso = suppongo), mentre la seconda è più perentoria e lascia intendere che è di sicuro così come penso (penso = è vero, è senza dubbio così).

Per approfondire → “Penso che è” o “penso che sia”? (Dubbi sul congiuntivo).

Nelle formule di cortesia, quando gli interlocutori sono più di uno, è meglio dare del voi o del loro?

Se diamo del lei, al plurale si dovrebbe dare del loro (venga → vengano), anche se è sempre più diffuso il voi (venite), una formula di cortesia apparente (sarebbe il plurale di tu).

Nelle formule di cortesia del liguaggio formale, si usa dare del lei (terza persona singolare) seguito da congiuntivo (venga), dunque al plurale è più corretto dare del loro (vengano).

Tuttavia, dare del loro è oggi diventato più raro, è talvolta percepito come eccessivamente formale, ma va precisato che dare del voi in tono formale è una formula di cortesia solo apparente, che si ritrova anche in formule legali o commerciali come “vogliate provvedere” e simili al posto di “vogliano provvedere”. A rigor di logica il voi è il plurale di tu (vienivenite).

Per approfondire → Dare del tu, del lei, del loro e del voi.

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