Il costrutto “sia… che” (es. “è sia buono che bello”) è molto diffuso anche sui giornali, al punto che è ormai accettato. Tuttavia, nelle norme editoriali di molte case editrici, e soprattutto in un buon italiano non popolare, è da evitare.
La forma più corretta è “sia… sia” (“è sia buono sia bello”), perché si tratta della ripetizione della stessa congiunzione correlativa, che non ha ragione di essere sostituita da “che” nel secondo elemento (ciò vale per tutti i costrutti che si ripetono due volte: a poco a poco, a mano a mano…).
L’origine di questo costrutto è da ricercarsi nel congiuntivo di comando del verbo essere: sia in questo modo o sia in quest’altro!
Per approfondire → Sia … sia o sia … che? A mano a mano o mano a mano?