I pronomi personali (io, tu, egli…) in italiano perlopiù si evitano e si sottintendono. Non c’è bisogno di dire “io penso”, basta “penso”: io è sottinteso; quando lo si aggiunge è perché si vuole rimarcare il proprio io, e se non ce n’è bisogno risulta un stile un po’ egoistico.
Se non c’è un cambio di soggetto nel periodo che richiede di specificare il nuovo soggetto con un pronome, specificare tu o egli il più delle volte è inutile e ridondante. Per esempio:
Cappuccetto rosso incontrò il lupo. Egli la vide e sì avvicinò quatto quatto. (Egli) poi le disse…
Il primo egli specifica: “quest’ultimo”, ed è preferibile perché altrimenti il soggetto sottinteso sarebbe Cappuccetto (anche se a senso la frase sarebbe comprensibile). Il secondo egli è del tutto inutile e ripeterlo suona fastidioso.
Per saperne di più sui pronomi → I pronomi personali e le loro insidie.