I nomi: dal singolare al plurale (numero)

■ Quali sono le regole per il plurale dei nomi? ■ Perché i nomi si possono suddividere in 4 declinazioni? ■ Quali sono le declinazioni dei nomi? ■ Quali sono i plurali irregolari dei nomi?

I nomi possono variare nel genere, cioè passare dal maschile al femminile, e anche nel numero, cioè dal singolare al plurale.

Nella maggior parte dei casi è molto semplice costruire il plurale (casa diventa case), ma altre volte può essere molto complicato e non esiste una regola universale che prescriva esattamente come costruire i plurali.

Alcune grammatiche, ma non tutte, per rendere conto delle diverse formazioni del plurale raggruppano i nomi in declinazioni a seconda della desinenza (un po’ come per le coniugazioni dei verbi), che possono essere comode per dividerli in insiemi con caratteristiche simili.

Ci sono i nomi che al singolare terminano:

● in a (prima declinazione) che se sono maschili tendenzialmente prendono la i (gli automi) e se sono femminili si volgono con la e finale (le case), ma presentano eccezioni come i boia ( vedi → “Il plurale dei nomi in -a: aranc-e e cilieg-ie“);
● in o (seconda declinazione) e che prendono la i al maschile (gli armadi) e al femminile (le mani), ma non sempre (le moto e le radio, vedi → “Il plurale dei nomi in -o e le irregolarità“);
● in e (terza declinazione) spesso prendono la i, ma ci sono le eccezioni che rimangono invariate (le carie, vedi → “Il plurale dei nomi in -e“);
● la quarta declinazione raccoglie tutto il resto: i nomi che terminano in –i, –u, in consonante, le parole accentate e i monosillabi, che rimangono sempre invariabili (vedi → “Il plurale dei nomi della quarta declinazione“);

Ci sono però molte altri variabili da tenere presenti, a cominciare dai plurali dei nomi che terminano in –cia e –gia che a volte mantengono la i (camicie, ciliegie) e a volte no (province, arancevai alla regola), in –co e –go, che a volte mantengono il suono dolce (medici, asparagi) e altre volte no (chirurghi, sarcofagiscopri di più); e poi c’è la questione dei plurali dei nomi composti che a volte variano solo la finale (pomodori), a volte solo il primo elemento (capiclasse) e a volte entrambi (capisaldiscopri di più), visto che il caso dei composti di capo- è ancora più complicato ( → scopri di più).

Infine ci sono i nomi stranieri che rimangono tendenzialmente invariati, con qualche oscillazione (per esempio muralesscopri di più) e i sostantivi latini che oscillano (i media ma i referendumscopri perché).

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