Un tempo era consuetudine apporre gli accenti tonici nel caso di omografi come prìncipi e princìpi; questa seconda forma si ritrovava anche con l’accento circonflesso sull’ultima “i” (principî) che indicava la contrazione delle due “i”di “principii”. Ma la grammatica e le norme editoriali moderne non lo prevedono. Dunque, anche se in alcuni libri si trovano ancora queste forme, la tendenza è quella di evitarle e di scrivere le parole normalmente e senza indicare gli accenti tonici: il significato si ricava dal contesto della frase.
Per approfondire gli accenti tonici e gli altri casi di omografi (àncora e ancòra, càpitano e capitàno…) → La pronuncia delle parole: accenti tonici.